SANTENA – 30 ottobre 2009 – «Lettera al sindaco “Dacci la variante” “Così incasseremo di più dai terreni dell’outlet”». Questo il titolo scelto dal quotidiano torinese La Stampa per un articolo pubblicato a pagina 71 dell’edizione di mercoledì 28 ottobre. Il pezzo, firmato dal cronista Federico Genta, è impaginato su tre colonne, con tanto di foto dell’area dell’ex cava della fornace Mosso. Di seguito il testo dell’articolo.
Lettera al sindaco
“Dacci la variante”
“Così incasseremo di più dai terreni dell’outlet”
Federico Genta
SANTENA
Caro sindaco, facci guadagnare di più dalla vendita dei nostri terreni. È questo a grandi linee il senso della lettera inviata da un gruppo di privati a Benedetto Nicotra, primo cittadino di Santena. In tutto 18 persone, tra agricoltori e imprenditori, interessati all’affare outlet che aveva già infiammato la politica locale alla vigilia dell’estate. Loro sono i proprietari dei terreni che si affacciano sulle cave dismesse dell’area Ponticelli, al confine con Chieri. Hanno firmato un accordo che li vincola a vendere le proprietà nel caso in cui dal Municipio arrivi una variante che modifichi l’indirizzo dei terreni da agricolo a commerciale.
«Ci rivolgiamo a lei affinché esamini e accolga la richiesta di variare l’attuale destinazione d’uso sui menzionati terreni e provveda ad adeguare il vigente piano commerciale alla luce della richiesta di modifica urbanistica», si legge nella missiva inviata dai membri della «temporanea associazione consortile». E ci si preoccupa pure di non pesare troppo sulle casse cittadine, mettendo a disposizione, a loro spese, un professionista (l’architetto biellese Gianni Fornero) per occuparsi della cosa. Per Nicotra non c’è nulla di strano: «In fin dei conti – spiega – le varianti sono sempre nate così: da proposte dei cittadini o degli imprenditori interessati a sviluppare un progetto che porta nuovi posti di lavoro».
Forse è stato il clima di anarchia politica degli ultimi mesi a suggerire un intervento che di fatto ribalta la normale dialettica tra amministratori e cittadini. O c’è dell’altro. Perché alcuni contadini, che risultano tra i firmatari dello stesso documento, adesso negano di conoscerlo. «Mai letto o firmato una lettera, ma esiste davvero?», dice Aldo Bottino. «Siamo in tanti qui ad essere caduti dalle nuvole. E adesso vogliamo vederci chiaro».
Eppure il testo esiste, è conservato in Comune e ne hanno copia anche i capigruppo di minoranza. Un’idea di come può essere stato formulato il documento la dà Renato Vergnano. «Non capisco niente di queste cose. So solo che l’affare mi sembrava buono. Ho dato la delega ad una persona, che mi ha detto di sapere come fare per portare avanti tutte le pratiche. È Vincenzo Gaude».
Lui è il geometra promotore dell’affare. È il padre di Ezio, assessore ai Lavori pubblici di Santena. Lui ha trovato i terreni per la misteriosa azienda intenzionata a realizzare l’outlet. Cosa ci guadagna, lo spiega Filiberto Ronco, uno dei pochi a non aver aderito all’iniziativa. «Abbiamo un piccolo appezzamento, non vale più di 8 euro per metro quadro. Gaude ce ne ha offerti 30, e di questi ne avrebbe poi trattenuti 5 come percentuale per l’intermediazione. Noi abbiamo meno di un ettaro, ma stiamo parlando in tutto di 200 mila metri quadrati. Faccia lei i conti».
**
Fonte:
Articolo pubblicato dal quotidiano La Stampa, mercoledì 28 ottobre 2009, pagina 71.