4 novembre 2008, Ages, secondo giorno di sciopero

SANTENA – 4 novembre 2008 – Da due giorni gli operai dell’Ages sono in sciopero. Hanno bloccato i cancelli e sono in assemblea permanente informativa. Da lunedì mattina il cancello principale è sbarrato da un drappo rosso su cui, con il nastro nero da elettricista, è attaccato il comunicato sindacale che annuncia la mobilitazione.

4 novembre 2008. Ages, sciopero sotto la pioggia
4 novembre 2008. Ages, sciopero sotto la pioggia

Sono poche righe, con tanto di firma: “Gli incontri avvenuti in regione Piemonte il giorno 30 ottobre e all’Unione industriale di Torino, il 31 ottobre, tra l’azienda Ages, gli assessori e le organizzazioni sindacali di Santena e Asti non hanno avuto esito positivo”.
I lavoratori nel comunicato ricordano che non si è trovata una soluzione sul pagamento del cento per cento dello stipendio di ottobre. Non si è raggiunto un accordo in merito al quarto anno di cassa chiesto dall’azienda, mentre ancora deve arrivare l’autorizzazione dal ministero del Lavoro per il terzo anno ormai scaduto. Nessun accordo si è potuto concordare anche per i fondi di categoria. Da ultimo – rimarca il comunicato sindacale – non ci sono certezze in merito alle prospettive produttive e occupazionali per gli stabilimenti Ages di Santena e Asti”.
Sul piazzale, davanti al cancello ci sono barriere di plastica. Appese alla cancellate della fabbrica c’è lo striscione rosso, visto in tutte le manifestazioni degli ultimi anni, con sù scritto, in bianco, “Lavoratori, rsu Ages Santena, gomma metallo”, firmato Filcem Cgil, Femca Cisl e Uilcem Uil. Nel piazzale ci sono le bandiere del sindacato e qualche cartellone per richiamare le ragioni della protesta. Altre bandiere sono state poste sugli alberi del piazzale e sui segnali stradali.
Di lato rispetto all’entrata sono montati alcuni gazebo: servono a  proteggere i lavoratori dalla pioggia che, per tutta la giornata, è caduta ininterrottamente. Altri gazebi accolgono alcune panche dove i lavoratori discutono. Sotto un altro gazebo è stata montata una cucina e sono schierati alcuni tavoli utilizzati per i pasti. Un altro gazebo ancora è una sorta di legnaia che serve ad alimentare i tre fuochi che riscaldano i manifestanti.
La giornata di oggi, martedì 4 novembre, è trascorsa tranquilla. Nella notte tra lunedì e martedì, una ventina di operai hanno garantito la continuità del presidio. Poi, con il primo turno, il piazzale dell’Ages si è riempito; centocinquanta le presenze, secondo il sindacato. Con il pomeriggio e l’inizio della sera, le presenze sono un po’ calate.
La giornata è iniziata con  il direttore della produzione Isidori e il responsabile degli impianti Martinetto che volevano forzare il blocco ed entrare nello stabilimento: hanno anche minacciato di chiamare i carabinieri, ma poi hanno desistito. “In tutta la giornata – spiegano gli operai sotto l’ombrello davanti al cancello e vicino alle stufe – sono passati la figlia e il genero dell’amministratore unico Di Sora. Hanno detto che dovevano firmare dei pagamenti e li abbiamo lasciati passare. Verso sera è entrato anche il direttore generale Lazzari”.
Per la giornata di domani è preannunciato l’arrivo di un camion di materiale: “Quello potrà entrare, controlleremo il contenuto ma non abbiamo intenzione di fermare il flusso di materie prime utili allo stabilimento. Deve essere altrettanto chiaro che però, dallo stabilimento, durante la mobilitazione, non lasceremo uscire nulla”.
“Durante la giornata l’azienda si è confrontata con le Rsu – aggiunge un altro scioperante – a voce ci hanno detto che entro fine settimana dovrebbero saltare fuori i soldi per pagarci anche il restante trenta per cento del salario di ottobre. Vedremo“.
Dagli uffici dell’Ages oggi è partita una lettera indirizzata ai Prefetti di Torino e Asti, ai sindaci di Santena e Asti, alla provincia di Torino e a quella di Asti, alla Regione Piemonte. Nella missiva, la parte padronale, racconta l’esito degli incontri di giovedì e venerdì scorso in Regione e all’Unione industriale e afferma che, nonostante la disponibilità della proprietà a reperire in tempi brevi i 200mila euro mancanti per completare i salari di ottobre, i lavoratori hanno scelto la linea dura con lo sciopero e il blocco dei cancelli.

Un altro operaio, mezzo inzuppato d’acqua dopo un pomeriggio passato sotto al gazebo, sbotta: “Qui una cosa deve essere chiara: la questione per cui ci battiamo non è solo il trenta per cento di salario mancante. Quella è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il problema è un altro e ben più serio. Questa azienda appare senza prospettive e non è in grado di fornire garanzie per il futuro. Da anni viviamo una lenta agonia. Nel 2005 lo stabilimento Ages contava 500 lavoratori, oggi, dopo tre anni di cassa, siamo rimasti in 363. La cassa integrazione e la mobilità sono state utilizzate per espellere dalla fabbrica i lavoratori”.
Un altro operaio aggiunge: “In tutti questi anni da Di Sora abbiamo sentito tante, troppe promesse, mai mantenute. Oggi non capiamo come si possa uscire dalla crisi: negli anni abbiamo ridotto i volumi produttivi e non abbiamo commesse di lavori per modelli di auto più recenti. Lo sciopero che abbiamo avviato serve per ottenere risposte chiare su questioni cruciali per il nostro futuro. Aspettiamo risposte anche sul fronte del pagamento del Tfr che non sempre è onorato. Solo contando gli operai che hanno fatto ricorso al sindacato per il mancato pagamento del Tfr la somma supera il milione di euro”.
“Chiediamo anche chiarimenti sulle modalità di svolgimento del lavoro – aggiunge un altro scioperante –. Spesso la nostra settimana lavorativa tipo è questa: il lunedì ci fanno state a casa perché il lavoro non c’è. Martedì e mercoledì si lavora normalmente. Giovedì e venerdì ci lasciano di nuovo a casa. Questo non è un posto fisso; è lavoro a chiamata”.

Sono le 19 passate quando tre addetti alla cena avvisano gli altri: “Pasta e ceci sono pronti”. Gli operai in sciopero si siedono a tavola. Un pasto caldo e poi li attende una notte all’esterno a presidiare i cancelli, sotto i gazebi, vicino ai bidoni metallici tagliati e utilizzati come stufe. La pioggia non smette e la notte si preannuncia lunga.

filippo.tesio@tin.it