SANTENA – 13 giugno 2020 – Marco Boglione e Marco Fasano guidano il rilancio del Castello. Tempi duri, stretti tra Covid-19 e poche risorse per le attività culturali. Per Torino e Santena la riapertura è occasione per voltare pagina. Obiettivo: far conoscere Cavour e i suoi contemporanei ai loro “distratti” eredi.
Il Castello Cavour di Santena è pronto. I lavori sono ultimati. A presto saranno definite le date di riapertura al pubblico e dell’inaugurazione. Per il taglio del nastro si attende la presenza del Presidente della Repubblica. Presenza significativa, perché la Repubblica racchiude l’insieme delle istituzioni che hanno contribuito al funzionamento della Fondazione e adesso al finanziamento della sistemazione degli immobili dell’ex museo cavouriano e del Castello Cavour, in particolare la Regione Piemonte e lo Stato. Con in più il determinante apporto dell’Unione Europea.
Al neo presidente della Fondazione Cavour, dr. Marco Boglione, compete mettere a punto i progetti e i programmi e la macchina organizzativa che dovrà occuparsi del governo del patrimonio culturale, naturale, artistico, paesaggistico, architettonico e archivistico di proprietà del Comune di Torino e che Santena ha la fortuna di ospitare. Intanto, il 9 giugno u.s. il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Cavour ha affidato l’incarico di direttore al dr. Marco Fasano, santenese, ex presidente dell’Associazione Amici di Camillo Cavour di Santena.
Tutto quanto avviene mentre si devono fare i conti con l’emergenza Covid-19 e con le limitazioni poste all’accessibilità e all’usufruizione dei beni culturali da parte del pubblico. Essendo in ristrutturazione, il Castello Cavour, in questi mesi non ha subito i danni che hanno dovuto sopportare altri musei costretti alla forzata chiusura. Danni che, oltre a ridimensionare le entrate da biglietti venduti, hanno determinato pesanti ricadute sul sistema sociale ed economico circostante. Fatto che ha reso evidente quanto i musei siano importanti per il sistema sociale entro cui sono inseriti. Non solo per il loro valore intellettuale ma anche per l’azione che esercitano sul turismo culturale e di conseguenza sulla ristorazione, l’albergo, i trasporti, l’alimentare, l’agricoltura, il commercio. Questo discorso vale ovviamente anche per Santena, Torino e il Piemonte.
Finiti i lavori nelle ex Scuderie e nel Castello, di fatto, si riparte da zero. Dalla quota sotto i 3.000 visitatori, stabilizzata negli ultimi anni. La ripresa, quando avverrà, non dovrebbe essere ardua, anche se non sarà facile raggiungere i grandi numeri previsti nello studio del professor Guerzoni. Di certo Appendino, Baldi, Conte, von der Leyen e Cirio devono fare i conti con lo scarso interesse dimostrato finora verso la storia contemporanea, in particolare nei confronti del processo di unificazione statale, da parte degli italiani.
Per l’immenso patrimonio custodito a Santena le attese e le speranze sono enormi. Il Castello Cavour è un luogo vero della cultura, del lavoro, dell’agire delle categorie sociali emergenti, del senso del dovere, dell’intelligenza delle generazioni che ci hanno preceduti. Collocare questo patrimonio dell’Umanità nei circuiti culturali e turistici non è così difficile, molto dipenderà dalla dimensione, dai contesti, dalle fantasie e dagli interessi con cui saprà interagire il Museo-Memoriale.
Gino Anchisi da Santena, la città di Camillo Cavour, 13 giugno 2020