SANTENA – 17 ottobre 2020 – Il Chierese-Carmagnolese è la Green Zone della Provincia Metropolitana. Il Green Deal Europeo è l’occasione per attuare il Distretto del Cibo. Lo strumento che ben si adatta alle prospettive di consolidamento e di riconversione delle colture, delle aziende agricole e delle imprese che operano nell’agroalimentare e agroindustriale. Adesso occorre decidere la forma sociale e lo Statuto.
Il treno sta partendo. Chi non sale resta a terra. Dopo aver chiesto a gran voce alla Regione di dare attuazione ai Distretti del Cibo, i Comuni della zona omogenea Chierese-Carmagnolese e la Città Metropolitana di Torino devono passare all’azione. Intanto la Terza Commissione del Consiglio Regionale del Piemonte* ha espresso parere favorevole al Regolamento predisposto dalla Giunta Regionale per individuare i Distretti del Cibo.
Durante la discussione l’assessore all’Agricoltura e al Cibo, Marco Protopapa,ha sottolineato che “L’agricoltura è una costola importante nell’ambito dell’economia regionale e, anche in questi mesi difficili legati alla pandemia, ha continuato la produzione con le proprie forze”. Infatti i dati provenienti dalle Camere di Commercio, evidenziano come sia aumentata la manodopera stagionale mantenendo però il lavoro dipendente all’interno delle aziende agricole. Davanti alla prospettiva di un Piano di Sviluppo Rurale a livello nazionale, è stata ribadita la necessità di continuare a dare però spazio ai territori.
Spazio che in tanti, in tutte le Regioni d’Italia, individuano nei Distretti del Cibo. Qui da noi vale in particolare per quello dell’orticoltura della Città Metropolitana, come ribadito nel parere sul Regolamento regionale espresso dai Comuni della Zona 11 della Città Metropolitana (vedi rosso santena n° 236, 26 settembre 2020). Del resto la Zona Chierese-Carmagnolese della Città Metropolitana è la Green Zone di Torino e Provincia. Un’area in cui da sempre si pratica la nuova strategia Farm to Fork, quella “dal campo alla forchetta, dalla fattoria alla tavola” che esalta il cibo pulito e salutare, la tutela degli ecosistemi, l’accorciamento della filiera, l’agrobiodiversità, l’innovazione tecnologica, la ricerca scientifica e il valore del prodotto del lavoro. Da notare. L’orticoltura, tra i comparti dell’agricoltura, è quello più frammentato ma anche quello più specializzato. Specializzato nel produrre cibo sano, gustoso e fresco. Fondamentale per una salutare ed equilibrata alimentazione delle persone.
Fatto il Regolamento, i tempi stringono. Adesso i Comuni e la Città Metropolitana devono attivare la costituzione del Distretto. Un’operazione che deve essere organizzata affinché il maggior numero di soggetti operanti nel territorio della comunità siano coinvolti nella fase costitutiva. In questa fase bisogna decidere la forma associativa e lo Statuto. Lo Statuto dovrà definire tra l’altro il capitale sociale e le quote di adesione dei differenti soggetti, i poteri dell’Assemblea e i compiti del Consiglio di Amministrazione e del Presidente.
*Testo integrale del comunicato stampa regionale
La terza Commissione ha espresso a maggioranza parere preventivo favorevole al Regolamento per individuare i Distretti del cibo la cui funzione sarà quella di valorizzare le produzioni agricole e agroalimentari e il paesaggio dei vari territori. Del resto, l’obiettivo generale per la politica agricola piemontese, come ha spiegato l’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa, è quello di trovare sempre più il giusto equilibrio tra agricoltura e ambiente e continuare a valorizzare i prodotti tipici del Piemonte, tutelandone la qualità. Stamane infatti, proprio in Terza commissione (presidente Claudio Leone) Protopapa ha illustrato le materie di competenza contenute nel Documento di economia e finanza regionale (Defr) 2021-2023. “L’agricoltura è una costola importante nell’ambito dell’economia regionale, e anche in questi mesi difficili legati alla pandemia, ha continuato la produzione con le proprie forze” ha sottolineato. I dati provenienti dalle Camere di Commercio, evidenziano come sia aumentata la manodopera stagionale mantenendo però il lavoro dipendente all’interno delle aziende agricole. In Piemonte sono circa 900 mila gli ettari dedicati all’agricoltura, verso la quale il ruolo dell’Europa è fondamentale, visto che costituisce la maggior fonte di finanziamenti. Davanti alla prospettiva di un Piano di sviluppo rurale a livello nazionale, è stata ribadita la necessità di continuare a dare però spazio ai territori. Nel ricordare che la Giunta regionale ha previsto lo specifico Assessorato al Cibo, Protopapa si è soffermato anche sul concetto di sostenibilità sociale, puntando sull’educazione finalizzata a non sprecare cibo stesso. Nel corso della seduta – dove per chiarimenti e sottolineature sono intervenuti più volte i diversi Gruppi, spaziando dalla biodiversività alle coltivazioni biologiche e ai cambiamenti climatici – si è altresì fatto cenno alle aziende colpite dalle recenti calamità naturali, in particolare quelle del Vercellese che costituiscono l’ossatura della risicoltura nazionale. Per quanto riguarda la Caccia e la Pesca, Protopapa, è ritornato sulla problematica dei danni causati dalla fauna selvatica, che condizionano in maniera evidente il bilancio.
Gino Anchisi da Santena, la città di Camillo Cavour, 17 ottobre 2020.