Santena, Covid-19: crescono i poveri. Puntata 247

SANTENA- 13 dicembre 2020 – Le ricadute economiche faranno crescere il numero dei poveri, specialmente tra anziani soli, minori, donne e persone in età lavorativa. A Santena e in Italia c’è bisogno di nuove politiche sociali e di politici che colgano l’emersione di nuove domande e relativi servizi. La pandemia esalta i vizi e i limiti del tessuto economico e sociale di Santena e d’Italia.

Sul fronte del COVID a Santena operano diversi enti e soggetti. Tra i quali il Municipio, che in questi giorni ha ricevuto dallo Stato il secondo finanziamento di 60.000 euro per la gestione dei buoni spesa elettronici, per un totale nel 2020 di 120.000 euro. (vedi Rossosantena 11 dicembre 2020). Il Consorzio socio-assistenziale del Chierese, che quest’anno ha stanziato 1.000.000 euro. 200.000 in meno per effetto dell’entrata in vigore del Reddito di cittadinanza*. La Caritas parrocchiale, che settimanalmente distribuisce cibi a lunga conservazione. Reciproca Mensa, che si occupa degli alimenti freschi. In città si sta consolidando una rete cui vanno aggiunti: la C.R.I., Croce Rossa Italiana, la Protezione Civile e il Gruppo Scout. Una filiera che comprende aziende fornitrici di cibi di loro produzione o di prodotti necessari alla conduzione della vita domestica. E poi ci sono le aziende agricole, che forniscono gratis gli ortaggi che coltivano. Il Comune inoltre svolge la funzione di coordinamento per evitare doppioni.

Vista da Santena, la reazione della società alla pandemia dice che il peso delle associazioni viene sovvertito dalla nuova domanda di servizi. Che si deve trovare un minimo comune multiplo perché tutto il volontariato si adegui al nuovo scenario. Una cosa è certa. Il quadro è complesso. Va ben oltre le cifre sui morti, i malati e i guariti. La pandemia scava profondamente dentro le pieghe dell’organizzazione della vita sociale, così come si è costituita dal Dopoguerra a oggi. La conferma viene da alcuni segnali provenienti dalla stanza dei bottoni di Piazza Martiri della Libertà. Dove c’è preoccupazione per il calo delle entrate da IMU e da Tari. Entrate che per l’IMU potrebbero comportare il taglio di servizi. Mentre per la Tari, potrebbero significare la ridistribuzione del peso delle tariffe dei rifiuti su coloro che già pagano.

Il Rapporto Caritas 2020 sottolinea che nella Penisola sta aumentando il numero dei poveri. Che i sussidi previsti dal Reddito di cittadinanza e d’emergenza non bastano. Che spesso i servizi della Caritas sono riconosciuti come essenziali per fornire un concreto supporto alle persone e alle famiglie immigrate e in misura crescente alle famiglie italiane. Emergono inoltre nuove categorie di non garantiti: lavoratori autonomi, commercianti, cassintegrati con assegno ridotto, esercenti, artigiani, stagionali, irregolari, precari, intermittenti che si sono impoverite. Nelle loro case è entrata l’incertezza che non ti fa arrivare a fine mese. Che t’impedisce di programmare la vita più in là di una settimana. All’improvviso, gli affitti, le bollette, i mutui, le rate possono diventare un assillo. Di colpo, l’assistenza pubblica non riesce più a soddisfare la crescente domanda d’aiuto.

Accade che il volontariato e il Terzo Settore ancora una volta devono porre rimedio ai ritardi della politica. Soprattutto quando è in ballo la dignità della persona. Il Covid è insidioso non solo per la salute. Trasforma la vita, le libertà, le relazioni e l’intera società. Dispone di una forza straordinaria che in questo anno ha unito nella paura l’umanità. Un’umanità che si sta ritrovando nel dolore e soprattutto nella voglia di salvezza. Aldilà della morte naturale, per la prima volta nella storia, nella mente di tutti è entrata la dimensione mondiale del contagio. Una dimensione che ha ribaltato la vecchia logica che considerava un dovere morale prendersi cura degli altri. Logica che oggi si completa prendendo atto che è altresì molto conveniente prendersi cura degli altri. Di tutti gli altri, perché diventa utile a tutti e quindi a ciascuno.

Santena, palazzo municipale e chiesa parrocchiale

Per fortuna siamo in Europa e cioè dentro la rete protettiva dell’economia europea, senza la quale la situazione per gli Italiani sarebbe certamente peggiore. La Penisola è un Paese che l’Europa non può lasciar fallire. Questa però è l’ultima spiaggia. I 209 miliardi di euro del Recovery Plan sono un esempio di solidarietà continentale che non può essere buttato dalla finestra. Adesso gli Italiani devono confermare di essere efficienti e produttivi. Interessati a stare al passo con i Paesi europei.  In grado di ritornare a essere il Paese che completa, come nel caso del Ponte di Genova, le opere che sceglie di realizzare. Gli Italiani hanno bisogno di una burocrazia capace di svolgere il suo compito. Che prepara e segue la realizzazione di progetti e lavori stando al passo con le autorizzazioni, con gli adempimenti e con i pagamenti ai fornitori. Che facilita i cittadini e le imprese nel disbrigo delle pratiche. Che cura l’organizzazione delle decisioni e delle strutture perché siano in grado di eseguire i lavori ed erogare servizi di interesse per la vita della comunità. Un’erogazione che richiede una vera cultura aziendale e produttiva. Gli Italiani però devono scegliere amministratori e politici capaci di indicare gli obiettivi e gli interessi generali da curare. Solo così si riuscirà ad evitare che i bilanci e i progetti si riducano a un elenco inanimato e banale di risorse destinate a cadere sotto i colpi dell’approssimazione e delle figuracce.

Gino Anchisi
da Santena, la Città di Camillo Cavour, 12 dicembre 2020.

*Il contributo di emergenza COVID di ogni cittadino residente nei Comuni del Consorzio Socio-Assistenziale  (93.400 persone residenti) è di circa 22, 70 euro: 12 provenienti dallo Stato e 10,70 degli stessi Comuni consorziati. 22,70 euro pro-capite da distribuire alle persone in stato di bisogno. Dal conto sono esclusi coloro che percepiscono il Reddito di cittadinanza.