Santena, il 31 luglio Laria chiude, impiegati e lavoratori trasferiti a Castello D’Annone

Santena – 6 luglio 2010 – Il 31 luglio 2010 lo stabilimento della Laria sito in borgata Ponticelli chiuderà i battenti. Impiegati e lavoratori saranno trasferiti nell’unità produttiva di Castello di Annone. Dario Boni, segretario generale Fillea Cgil di Torino, spiega i termini dell’accordo firmato all’Unione industriale di Asti.

Dario Boni, segretario generale Fillea Cgil di Torino, spiega: «La scorsa settimana all’Unione industriale di Asti abbiamo siglato un accordo con la Laria. Nei mesi scorsi ci eravamo lasciati con la volontà dell’azienda di trasferire da Santena a Castello d’Annone gli impiegati, ma non gli operai. Noi abbiamo tenuto la posizione che si dovevano trasferire tutti i lavoratori e siamo riusciti ad arrivare all’accordo. Ricordo che in questo momento alla Laria di Santena i lavoratori sono ancora in cassa integrazione ordinaria e lo saranno fino al termine di luglio. In base all’accordo da agosto tutti i lavoratori che sono in forza nello stabilimento dei Ponticelli verranno trasferiti nell’unità produttiva di Castello D’Annone. Con la chiusura di Santena i due stabilimenti vengono accorpati».

Dario Boni, aggiunge: «Da qui a fine del mese ci sarà già un primo iniziale trasferimento, di una decina di lavoratori, che dovranno cominciare a vedere le lavorazioni e le cose che ci sono da compiere a Castello D’Annone. La cessazione dell’intera attività produttiva dello stabilimento di Santena è prevista il prossimo 31 di luglio 2010. In totale da Santena verranno trasferiti 37 dipendenti. Dopo l’accorpamento, lo stabilimento di Castello D’Annone potrà contare su un totale di 85 dipendenti. All’interno dell’accordo è prevista una indennità di circa 5,5 euro per ogni giornata di lavoro, che durerà per circa un anno, per attenuare le spese di trasferta».

Il sindacalista prosegue: «Dobbiamo comunque dire che, anche accorpando gli stabilimenti, il problema della crisi della Laria non si è certo risolto. Restano tutti i problemi legati al rallentamento della domanda da parte del mercato rispetto al clinker. In sostanza si preventiva una ulteriore richiesta di cassa integrazione straordinaria per un anno. Come sindacato avevamo vincolato la firma di nuova cassa integrazione straordinaria all’accorpamento degli stabilimenti, affinché non fossero solo i lavoratori di Santena a dovere subire un nuovo anno di cassa integrazione straordinaria. Ciò significa che la nuova cassa straordinaria coinvolgerà, a rotazione, tutti i dipendenti della Laria».

Il 23 giugno scorso all’Unione industriale di Asti è stata siglata l’ipotesi di accordo che all’inizio di questa settimana è stata sottoposta ai lavoratori per l’approvazione. Dario Boni aggiunge: «Durante l’assemblea a Santena i lavoratori si sono espressi favorevolmente rispetto alla soluzione raggiunta con la proprietà. Ovviamente tutti si aspettavano di prendere qualche euro in più per la trasferta. La cosa più importante era salvare i posti di lavoro e questo obiettivo l’abbiamo raggiunto».   l’importante era salvare i posti di lavori

Dario Boni continua: «Durante l’assemblea abbiamo rinnovato le Rsu. Sono stati riconfermati Giuseppe Comito, Marco Ruscone e Daniele Linarello. Il rinnovo delle Rsu può apparire un paradosso visto che a breve ci sarà l’accorpamento. Noi abbiamo pensato di procedere così per rappresentare meglio le istanze dei lavoratori. Per ora abbiamo chiesto di poter mantenere le Rsu di Santena; tra qualche mese vedremo se procedere con le elezioni complessive, eleggendo una Rsu che tenga conto dell’accorpamento».

Il sindacalista aggiunge ancora: «Con tale accordo non si chiude il nostro contraddittorio con la Laria per alcuni altri aspetti salariali. Mesi fa con la proprietà avevano aperto una vertenza per il premio di risultato che non era stato concesso ai lavoratori, ma la Laria aveva poi disdettato gli accordi. Ora, con l’accordo relativo all’accorpamento, ovviamente tutti gli aspetti legati a salario e mansioni e retribuzioni non vengono toccati. Sul premio di risultato siamo disponibili a riprendere la trattativa, per intanto abbiamo chiesto il congelamento della situazione esistente dei due siti della Laria, cosa che la proprietà non intende accettare. Ricordo che il premio  previsto ad Asti è inferiore a quello in vigore a  Santena. Se tale premio non sarà mantenuto noi siamo pronti a mantenere le vertenze».

Dario Boni conclude: «Ovviamente alla luce della chiusura della Laria di Santena mi auguro che si apra una discussione trasparente in merito alla destinazione dell’area produttiva su cui insiste lo stabilimento. Prendo atto che le voci in merito al progetto di realizzare un outlet nell’area dell’ex fornace Mosso negli ultimi tempi si sono molto affievolite. Ho letto che l’amministrazione ha avviato l’iter di una variante sostanziale al piano regolatore. Come sindacato chiediamo che – se il terreno fosse appetibile e non fosse ipotecato, perché c’è anche questa ipotesi in ballo – per ragionare su future destinazione si tenga conto del fabbisogno occupazionale locale dell’intera zona e cioè di Santena e Comuni vicini».

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