SANTENA – 30 gennaio 2021 – Marco Boglione e la Fondazione Cavour promuovono, valorizzano, governano e riaprono il Museo Cavour di Santena. Una missione possibile che, tramite la figura di Camillo Cavour, darà un senso al Sabaudismo, collegandolo e integrandolo con la storia d’Italia e d’Europa.
Chissà come sarà? Le attese sono considerevoli. In ballo c’è un museo che deve rappresentare ciò che sono stati capaci di fare gli antenati degli Italiani costruttori e manutentori dell’Unità dello Stato. Come per tutti gli altri grandi musei italiani ci si chiede quanto il Castello Cavour potrà esprimere al meglio la sua azione culturale dopo che, con il COVID, sulla scena sono entrate prepotentemente le nuove tecnologie della comunicazione e del multimediale.
Adesso è quasi tutto pronto. I lavori sono terminati. I problemi di chiavi, di fine lavori, di autorizzazioni si stanno risolvendo di fronte all’inossidabile volontà di riaprire all’usufruizione del pubblico una tra le Residenze più significative della storia patria. La data è il 17 marzo. I preparativi fervono. Il presidente della Fondazione Camillo Cavour, Marco Boglione, non vede l’ora di riconsegnare nelle mani degli Italiani l’insieme dei beni custoditi a Santena. L’organizzazione procede a rapidi passi sotto la direzione di Marco Fasano.
Già i volontari dell’Associazione degli Amici sono stati richiamati in servizio. Da un mese stanno organizzando on-line incontri di formazione interna per aggiornare le loro conoscenze e competenze. Oggi, 30 gennaio, hanno rimesso piede dentro il Castello per una prima visita di conoscenza e per riprendere confidenza con le stanze ristrutturate. Con il nuovo percorso di visita. Con l’accoglienza, l’accompagnamento e la guida dei visitatori. Forte è la curiosità di vedere i risultati del lavoro svolto dagli storici e condensato nei video che accompagnano la visita. La speranza è di trovare un moderno museo che, ponendo in risalto gli aspetti della memorialistica cavouriana, dia risalto al contesto mondiale in cui si trovarono ad operare e a vivere i suoi contemporanei. In particolare coloro che, appartenendo ai ceti sociali emergenti, contribuirono a fare dell’Italia uno Stato collocato saldamente nel sistema delle democrazie occidentali.
Santena finora è il luogo che sostanzia la filiera delle Residenze Sabaude, Reali e dell’Unità d’Italia. Il Castello Cavour, con il Parco, la Tomba, la Torre, il Salone diplomatico, la Biblioteca, la Cascina Nuova e il paesaggio in cui è inserito è un vero e proprio museo di valore nazionale, dotato di un poderoso archivio e di una smisurata memoria, calati in un territorio di antica storia. Un luogo dove sono rappresentate le memorie degli antenati e dei contesti in cui sono vissuti. Un museo che può essere utile a rendere tutti più responsabili e consapevoli dell’enorme eredità ricevuta dalle generazioni precedenti. Un luogo che ha le potenzialità per erogare multiservizi alla società di cui fa parte, aperto e usufruibile per aggiornare le conoscenze e dare un contributo alla crescita sociale. In questi tempi la vita di un museo si misura sulla capacità di collaborare con altri e con l’ambito comunitario allargato al quale si erogano servizi. La presenza dei Cavalieri del Lavoro permetterebbe di collegare lo sviluppo del passato con le sfide dell’innovazione 4.0 dell’industria. Mentre la collocazione geografica nel cuore del territorio della Provincia torinese, dove si è sviluppata l’agricoltura moderna, crea le condizioni per sostenere l’innovazione 4.0 dell’agricoltura e dell’orticoltura e con essa del Distretto del Cibo. Con ciò, dialogando e coinvolgendo migliaia di aziende e decine di migliaia di lavoratori del territorio: due elementi fondamentali della società metropolitana torinese.
Il recupero della pietra tombale della Contessa di Castiglione è un esempio significativo del ruolo del Castello. Proveniente dal cimitero Père Lachaise di Parigi e a rischio di dispersione, è la conferma dell’interesse e della capacità di collaborare e di integrarsi con altre realtà museali e storiche di livello statale e internazionale. La “pietra” permette inoltre di fare una valida promozione e valorizzazione, nonché di ricordare una figura femminile del Risorgimento, purtroppo vittima di ingiuste letture intrise di banali pruderie e di un irritante e sogghignante machismo.
Gino Anchisi da Santena, la città di Camillo Cavour, 30 gennaio 2021