SANTENA – 24 luglio 2021 – Il Castello Cavour punto di arrivo e di partenza di un sistema territoriale che produce cibo e cultura. Ai cittadini del Distretto del cibo, a Marco Boglione, Presidente Fondazione Cavour e a Ugo Baldi, Coordinatore dei Comuni, il compito di abbinare cultura, colture, paesaggio e turismo.
Tutti a casa di Camillo. Il politico prima agricoltore e poi statista. Il “drugiomane” e quindi intenditore di concimi, appassionato di asparagi. L’artefice della collocazione dell’Italia nel campo occidentale. I sindaci e i soggetti portatori di interessi della aziende agricole del territorio, martedì 27 luglio 2021, alle 17.15, sono convocati nel Castello Cavour per firmare l’Accordo del costituendo Distretto del Cibo della Zona 11 Chierese–Carmagnolese della Città Metropolitana Torinese. L’intesa serve per passare alla fase due, quella che dovrà sfociare nel riconoscimento formale del Distretto da parte della Regione Piemonte. La sede è quanto di più appropriato possano desiderare i visionari che vogliono realizzare il Distretto del Cibo. Il Castello era un centro direzionale di governo e amministrazione di proprietà agricole dei Benso fin dal Settecento. Articolato nel Pianalto, con punte nel Roero, nelle Langhe, nel Monferrato, nel Vercellese, nel Chivassese e nel Collegnese. Un sistema di aziende collegato in rete con altre imprese gestite dal nascente ceto dirigente emergente. Una rete che è stata una delle principali protagoniste dell’innovazione agricola della Penisola nell’Ottocento e nel Novecento.
Alla costruzione di una nuova rete si ispira l’ambizioso progetto che oggi punta al Distretto. Il Chierese-Carmagnolese, con il Pianalto che li unisce, è la terra che collega il Torinese a Langhe-Roero e Monferrato e al sud Piemonte. Una zona da secoli specializzata nella coltivazione di ortaggi, frutta, carni e latticini che vuole affermare il ruolo di produttrice del cibo di qualità nel sistema metropolitano e regionale. In cui da più di un secolo si è sviluppata l’industria agroalimentare che, insieme alle aziende agricole, produce lavoro e cibo sano, buono, fresco e di qualità rivolto al mercato metropolitano, piemontese e globale. A ben vedere una zona da sempre “distretto del cibo”, alla quale oggi serve avere una sede e uno strumento per fare una politica di sviluppo e di programmazione come il buon senso draghiano richiede.
Per ora si è solo all’inizio, ma è già molto aver superato le sottovalutazioni localistiche e le incomprensioni di chi non capisce il valore sociale, economico, produttivo e culturale della agricoltura del territorio. Dopo il riconoscimento regionale si aprirà la fase tre. Quella che prevede l’adesione dei Comuni, delle aziende agricole e agro-industriali e di altri soggetti e associazioni che operano nella comunità della zona 11. Comunità che si amplia anche ai Comuni dei dintorni, interessati a sostenere sul serio il lavoro, la produttività, il valore e la redditività dell’agricoltura.
Gino Anchisi, da Santena la città di Camillo Cavour, 24 luglio 2021