SANTENA – 6 novembre 2021 – L’ultimo discorso di Einaudi. La Scuola Nazionale dell’Amministrazione dipende da Draghi, Premio Cavour 2016. Lo spirito cavouriano aleggia sul Piemonte, sulla Zona Chierese-Carmagnolese, sulla Città Metropolitana. Cirio, Lo Russo e Baldi si schierano a favore. Dopo 25 anni sarebbe un altro bel risultato per gli Amici di Camillo Cavour, per la Fondazione e per Santena.
Miglior sede del Castello Cavour e della Cascina Nuova di Santena non c’è. Il Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, a Santena il 1° novembre, durante la visita-sopralluogo era entusiasta. Si riferiva alla ipotesi di instaurare al Nord una sede della SNA (Scuola Nazionale dell’Amministrazione) di cui ha dato ampia notizia questo blog il 1° e il 4 novembre. Dipendesse da Lui si partirebbe già il prossimo anno, per essere a pieno regime tra 5. Non male che ciò accada nel 2021. Venticinquesimo anniversario della riapertura al pubblico del Castello, della Tomba e del Parco dopo dieci anni di chiusura. 25° della nascita dell’Associazione dei volontari Amici della Fondazione Camillo Cavour.
Sul valore simbolico e spirituale del Castello di Santena ci sono illustri precedenti. Lo disse chiaramente, sessant’anni fa Luigi Einaudi (24 marzo 1874-30 ottobre 1961) secondo Presidente della Repubblica. Era il 6 giugno 1961. Il raffinato statista europeista, 87enne, scese dall’auto e si accomodò sulla sedia a rotelle. L’imponente custode, Cesare Nano, lo condusse fino al Salone Diplomatico. Einaudi presiedette la Commissione Cavouriana. Presentò la ristampa della prima serie dei Carteggi. Avendo grande stima per l’opera del Contadino-Tessitore improvvisò alcune riflessioni che, a sua insaputa, fortunatamente vennero registrate dall’editore Zanichelli. Fu l’ultimo suo discorso pubblico. Con amorevole cura Maria Avetta, curatrice del Museo cavouriano allestito nelle ex scuderie, fece le necessarie correzioni al testo che diventò la prima di cinque conferenze. Quelle che, per i contenuti, sono tra le più importanti del centenario dell’Unità d’Italia. Gli altri relatori erano Giuseppe Grosso, Amedeo Peyron, Arturo Carlo Jemolo e Giuseppe Pella. Gli interventi furono raccolti in una pubblicazione della Bottega d’Erasmo curata da Maria Tettamanzi e dalla santenese Pinella Perrone.
Sede più appropriata del Castello Cavour di Santena non c’è. Qui è cresciuto e si è formato il principale artefice dell’Unità d’Italia. Dicono fosse un genio. Ed è vero. Lo era perché aveva una straordinaria preparazione ricevuta in casa da una famiglia italo-svizzera-francese decisamente improntata all’imprenditorialità e al lavoro. E quindi nell’Accademia Militare, nell’Esercito e nei contesti in cui si trovò ad operare. La curiosità lo spronò per tutta la breve ma intensa vita, verso la formazione continua, attento ai cambiamenti, ai fenomeni sociologici, alle innovazioni nelle tecnologie e nelle istituzioni. La Sua è stata una formazione pratica, basata sulla combinazione tra il sapere umanistico e classico e il sapere tecnico e scientifico. Un insieme quanto mai attuale, efficace e moderno di cui l’Italia e l’Europa oggi hanno estremo bisogno per stare al passo con le potenze cinese e americana. Un modello di preparazione che supera le stucchevoli dispute che ancora contrappongono la prevalenza dell’istruzione umanistica su quella tecnica e viceversa. Un modello capace di calare nel presente e nel futuro le realizzazioni artistiche, tecniche, imprenditoriali e professionali costruite dalle generazioni che ci hanno preceduti nei secoli passati e sulle quali si basa il benessere delle comunità in cui viviamo.
Di sicuro a Einaudi piacerebbe la proposta avanzata dal Presidente della Fondazione, Marco Boglione. Perché riprende l’indicazione data quel 6 giugno 1961 sulla principale caratteristica di Cavour; “….non so se, nelle commemorazioni che sono state tenute e si terranno in questa occasione (il Centenario) sia stata richiamata abbastanza l’attenzione: e cioè quella della preparazione, della preparazione veramente grande, che ha preceduto l’entrata di Cavour nell’arengo politico europeo e mondiale”. “ Una dote che acuì la sua attenzione verso i cambiamenti sociali in corso nel Continente. In poche parole il Presidente Emerito della Repubblica legava la dimensione geopolitica globale in cui era avvenuto il processo di unificazione alla competenza e alla formazione di Camillo Cavour. L’uomo che ha inserito prima il Regno di Sardegna e poi la Penisola nel contesto del Mondo occidentale. Un’operazione costruita insieme ai ceti emergenti dell’Ottocento, portatori di nuovi interessi di cui Cavour fu il rappresentante a livello internazionale e nelle moderne istituzioni basate sulla Costituzione.
Non c’è dunque miglior sede per la SNA (Scuola Nazionale della Amministrazione) che la casa in cui si è formato Camillo Cavour. Ben lo intuiscono coloro che sognano un deciso salto di qualità nella produttività della pubblica amministrazione, elemento fondamentale per dare un contributo alla rinascita dell’Italia e dell’Europa. A Santena , nel Castello la selezione, (la preparazione ndr), il reclutamento dei dirigenti delle amministrazioni pubbliche centrali e la formazione professionale ( e la preparazione ndr) dei dipendenti pubblici, ossia delle principali attività della SNA troveranno di sicuro quello spirito cavouriano che aleggia su questo luogo primario della memoria Patria.
Adesso bisogna incrociare le dita e aspettare con speranza. La SNA dipende dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Non è da sottovalutare il fatto che Mario Draghi è stato insignito del prestigioso Premio Nazionale Camillo Cavour assegnato nel 2016 dall’Associazione Amici della Fondazione Cavour e dalla Fondazione Cavour di Santena.
Gino Anchisi da Santena, la città di Camillo Cavour, 6 novembre 2021.