CHIERI – 30 novembre 2021 – L’AslTo 5 ha da qualche tempo aderito, dando la propria disponibilità, ad accogliere volontari del Servizio civile universale, in collaborazione con l’ente Città metropolitana di Torino.
Il progetto presentato dall’Asl, che ha come titolo “La partecipazione come cura”, ricevendo parere positivo ha attivato l’iniziativa con l’accoglienza di 7 volontari – due di loro nel corso del servizio hanno interrotto per avviare un’esperienza lavorativa – nei Dipartimenti di Salute mentale e delle Dipendenze, il Servizio di Psicologia e all’Ospedale di Carmagnola, dipartimento di Oncologia.
I destinatari dei progetti sono le persone che accedono ai servizi specifici, le loro famiglie e il contesto di appartenenza. La fragilità che accomuna gli utenti a cui il progetto si rivolge, seppur declinata in modo eterogeneo a seconda della patologia che li affligge, li pone in una posizione di relativo svantaggio nell’accesso sia ad altre realtà socio-sanitarie, sia a molteplici opportunità offerte dal territorio (istruzione, iniziative culturali, uffici comunali, risorse abitative, occasioni lavorative…). Il contributo supportivo del volontario faciliterà il contatto dell’utente con la rete sopra delineata, tramite l’informazione circa le caratteristiche e le finalità di ognuno di essi, aiutandolo a mettersi in contatto con i vari interlocutori e se necessario, accompagnando la persona nelle sedi ove sono ubicati i Servizi.
Il Servizio civile universale è stato istituito e disciplinato dal decreto legge 6 marzo 2017, n° 40: sostituisce il Servizio civile nazionale, previsto nel 2001 con la legge 64, che ha previsto che anche le donne dai 18 ai 26 anni potessero effettuare un percorso sociale, civico, culturale e professionale attraverso l’esperienza umana di solidarietà sociale, attività di cooperazione nazionale e internazionale, di salvaguardia e tutela del patrimonio nazionale.
Il Servizio civile universale ha il duplice compito di essere da supporto alle attività dei diversi Servizi, ma anche di sostegno alla crescita personale dei giovani che si avvicinano al mondo del lavoro. Ogni volontario è affiancato da un Operatore locale di progetto (Olp) che ha il compito, molto importante, di seguire i volontari in questo percorso formativo.
Gli Olp attualmente coinvolti sono: Maria Teresa Civiero, Alessandro Marengo, Nadia Tamagnone, Barbara Scarafia, Marta Lescio. Daniela Toaldo è la responsabile del progetto.
Federica Attavanti e Camilla Miglioretti stanno svolgendo servizio civile presso il centro di Salute mentale di Chieri. “In questo servizio originariamente ci saremmo dovute occupare di affiancare gli educatori all’interno del Centro diurno che momentaneamente è chiuso per l’emergenza pandemica – raccontano le due volontarie -. Pertanto, ora ci occupiamo di differenti attività sia presso il servizio di psichiatria che quello di psicologia: accoglienza all’ingresso, attività con i pazienti, supporto agli operatori in attività di tipo amministrativo/organizzativo. Il target di utenza con cui ci interfacciamo va dai 18 ai 65 anni, attualmente seguiamo quasi del tutto in autonomia 4 pazienti, con un’età media di 45 anni, con i quali svolgiamo attività di tipo risocializzanti, motorie e di gestione della vita quotidiana”.
Federica, nello specifico spiega: “Ho scelto di fare questa esperienza come continuità del mio percorso formativo in Servizio sociale. All’interno del Servizio svolgiamo attività di affiancamento al lavoro degli educatori e a stretto contatto con l’utenza. Relazionandomi in prima persona con i pazienti sto arricchendo il mio bagaglio emotivo, professionale e ho imparato ad andare oltre i pregiudizi e a mettermi in gioco superando l’emotività”.
Camilla, invece dice “Ho deciso di intraprendere l’esperienza del servizio civile presso il centro di salute mentale di Chieri, nonostante stia frequentando l’università nel campo giuridico. Ho deciso di cominciare questo percorso per migliorare le mie competenze relazionali, da poter spendere in futuro nel mondo lavorativo. Interfacciandomi con l’utenza e affiancando gli educatori nei percorsi riabilitativi, ho superato i timori iniziali e i pregiudizi comuni nei confronti di chi soffre di disturbi mentali”.
Chiara Furina, studentessa carmagnolese di 24 anni, dopo il diploma superiore in finanza e marketing ha scelto di lavorare nel servizio di Oncologia del presidio San Lorenzo così spiega lei stessa “l’idea di iniziare un percorso di servizio civile, soprattutto in questo ambito sanitario, in particolar modo in Day Hospital Oncologico, è stata spinta dalla voglia di intraprendere un’esperienza diversa, arricchendo le mie competenze e conoscenze. In reparto mi occupo di fare triage ai pazienti, di collocarli nelle diverse stanze in base alle loro attività giornaliere ed infine stiamo portando avanti dei progetti che finalizzano il sostegno e l’assistenza di ogni utente in base alle loro necessità, attraverso le risorse del territorio. Quest’ iniziativa credo sia la maniera più corretta ed efficiente per far entrare nel mondo del lavoro molti giovani come noi, con competenze e professioni differenti ma con molta curiosità di ampliare nuovi orizzonti. Consiglio vivamente questo percorso professionale e a tratti “personale” a tutti coloro che sentono il bisogno di capire quale strada percorrere nella propria vita”.
Eleonora Fasano, laureata in Psicologia, da pochi mesi è abilitata alla professione. Ha pensato che svolgere un anno come civilista al Centro di salute mentale di Moncalieri “in modo da poter arricchire la mia esperienza come psicologa, essendo in linea con il mio percorso universitario e avere la possibilità, in futuro, di inserirmi direttamente nel contesto della sanità pubblica. Al Centro di salute mentale mi occupo della mappatura dei servizi del territorio di tipo: lavorativo, formativo, attività per il tempo libero e altre risorse utili per il paziente. Lo scopo è quello di ampliare le informazioni a disposizione dell’utenza e l’accessibilità ai servizi utili e presenti sul territorio. Mi occupo anche di assistenza e supporto di tipo digitale per quanto riguardo lo Spid e per le pratiche online. Inoltre – conclude Eleonora –, appena sarà compatibile con le norme Covid-19, l’idea è quella di affiancare il personale nelle attività nei gruppi dei centri diurni”.
A completare il gruppo di volontari c’è Francesca Diana, studentessa di 20 anni, di Carmagnola: “Ho scelto di fare un’esperienza totalmente differente dal mio ambito di studi – accoglienza turistica – perché volevo mettermi in gioco in un mondo differente, che potrei approfondire in futuro iscrivendomi ad un corso di laurea attinente. All’interno del Serd di Carmagnola svolgo attività di back-Office, accoglienza, triage e rispondo alle telefonate dei pazienti Inoltre, partecipo alla realizzazione e attuazione di progetti all’interno delle scuole in cui facciamo prevenzione e diamo informazioni sul Servizio”.
Entusiasmo e voglia di mettersi in gioco in attesa che il futuro disegni per loro attività professionali sono le qualità delle cinque ragazze che hanno scelto di fare questa esperienza nell’ambito sanitario. Un settore non certo facile ma, proprio per questo, in grado di dare le giuste e concrete motivazioni per proseguire nel cammino professionale.
FONTE Nota dell’ufficio stampa dell’Asl To5