SANTENA – 10 aprile 2022 – Per costruire la Santena del futuro gli amministratori comunali sono chiamati a cambiare passo. Si può sintetizzare così l’intervista a Germano Cini, imprenditore, Ceo di Tecnocad, santenese di nascita.
A Germano Cini, 66 anni, santenese di nascita, imprenditore, abbiamo chiesto come ha visto cambiare Santena in questi ultimi dieci anni.
«Diciamo che, dall’anno 2012 a oggi, oggettivamente la città di Santena è migliorata – afferma Germano Cini -. Insomma Santena nel 2012 era una città allo sfascio, sia morale sia come comunità. Diciamo che l’attività amministrativa che è stata portata avanti a partire dal 2012 e per 5 anni, è stata quella di ricucire una comunità e di rendere Santena di nuovo vivibile e partecipata e con un’idea di comunità più stretta, rispetto alle battaglie che si erano viste sino ad allora».
Germano Cini, Ceo di Tecnocad che guida un gruppo di aziende del settore automotive, con strutture presenti su tutti i mercati di riferimento mondiale, aggiunge: «La città è migliorata, ma se la domanda è “E’ sufficiente come Santena è migliorata?”, allora la risposta è “Probabilmente no”. Nel senso che questa città non sa a oggi esprimere necessità che in realtà ci sono. E poi è una città che non sa attrarre. Soprattutto è una città che non si è trasformata, anche in funzione di un patrimonio che abbiamo: il Memoriale Cavouriano. Una fortuna che Santena sinora non ha saputo assecondare, tantomeno valorizzare».
«Contrariamente ad altre città la cui conformazione di solito è un centro che rappresenta un po’ la storia della comunità, Santena è una città a periferia diffusa. E’ tutta una periferia. E, per fortuna, abbiamo il Memoriale Cavouriano che mantiene questa caratteristica storica nel centro. Santena non ha saputo vestirsi a festa a partire dalla cosa più importante che ha, il complesso Cavouriano. Forse tutto questo, secondo me, potrebbe derivare dal fatto che non c’è un progetto per un riordino di Santena. Faccio un esempio: è dieci anni che si parla di un terzo ponte sul Banna, di un’altra via di comunicazione che decongestioni il centro cittadino e consenta al centro città di poter avere una funzione diversa. Su questo siamo fermi. E’ uno dei problemi strutturali di questa città. Francamente, continuare a vedere camion diretti verso le ditte industriali cittadine che fanno le piroette nelle arterie stradali del centro cittadino, non è un bel segnale…».
Santena è una città che non sa essere attraente?
«Esatto. Si potrebbe dire proprio così – ammetta Germano Cini -. Ad esempio, prendiamo la piazza centrale cittadina: possiamo indicarla simbolo di questa distrazione e sbadataggine. Attorno alla fontana è nato un salottino, ma in fondo alla piazza c’è una barra luminosa colorata. Di sera il nostro salotto sembra l’hub di un aeroporto… Diciamo che non c’è proprio l’idea del salotto che possa attrarre cittadini e turisti. Un centro cittadino che possa attrarre interesse e che possa dare energia anche alla parte economica della nostra città».
In questi anni chi è che – secondo te – non ha fornito un contributo per cambiare Santena?
«Ovviamente, la classe politica cittadina è quella che dovrebbe orientare, stimolare e aggregare attorno a un futuro di città. Poi ci sono anche tutte le altre componenti della società: il tessuto produttivo, artigianale, commerciale, artigianale e la componente rurale, che in città vanta una presenza significativa».
Con che tempi si può misurare l’attività amministrativa?
«Quando si parla di un corso amministrativo, normalmente si pensa a cinque anni, ma se l’attività è fatta in un certo modo il respiro sono dieci anni. Dunque la politica locale dovrebbe avere un progetto a dieci anni. Oggi i nostri amministratori non possono non pensare a come dovrà essere Santena nel 2032. Io mi auguro che nel progettare a livello amministrativo la Santena del futuro si affacci un po’ più di coraggio. Dico questo perché ci sono azioni che magari non contemplano completamente un giudizio positivo da parte dei cittadini ma che devono avere una prospettiva e un respiro futuro. Un agire amministrativo in grado di avere il senso di un’idea, di una città, che si pone un traguardo di prospettiva. Un traguardo – e questo deve esser ben chiaro – raggiungibile solo modificando anche radicalmente l’attuale realtà cittadina. Un compito cui la pubblica amministrazione non può più continuare ad abdicare».
Quale contributo al futuro di Santena da parte delle ditte locali – Ser, Petronas, Vergnano, Lenti-Amadori e altre ancora – che sono eccellenze a livello nazionale?
«E’ vero, a Santena hanno sede eccellenze produttive di rilievo nazionale. Il coinvolgimento delle parti artigianali e industriali si costruisce poco per volta. Gli amministratori sono chiamati a rendere queste realtà produttive sinergiche con il progetto di una Santena del futuro. E’ chiaro che andranno attratte e coinvolte con una progettualità di livello»
Dove reperire le risorse per cambiare passo e costruire la Santena del futuro?
«Diciamo che oggi la situazione è speculare a quella dell’anno 2012- chiude il suo intervento Germano Cini -. Allora vi era un’arrabiatura generale nei confronti di certa classe politica locale. C’era nei cittadini voglia di cambiare. Allora si è aggregata molta energia. Oggi? Oggi abbiano un problema inverso. In questi anni si è fatto strada il pensiero comune di avare affidato la gestione della città in mani sicure. Questo ha portato al disimpegno da parte di tanti cittadini. Oggi questo disimpegno è palese. Gli amministratori della Santena del futuro per prima cosa devono cercare e trovare tra i santenesi nuove energie. Io penso che gli amministratori comunali, dopo questi dieci anni di esperienza, dovrebbero cambiare passo. Cambiare passo e – rispetto al progetto della Santena del futuro – avere una visione più audace, proiettata al cambiamento. Le idee del 2012, ad esempio una azione amministrativa cittadina con più manutenzione e meno inaugurazioni sono finite e superate. Ora i cittadini hanno bisogno di capire quale è la città che intende costruire chi amministra Santena. Dico questo perché vorrei che finisse l’epoca che vede i nostri figli che quando mettono su famiglia decidono di andare a vivere da un’altra parte – a Poirino, Chieri o Carmagnola – e non qui a Santena. Ecco perché dico agli amministratori cittadini che abbiamo bisogno di un coraggioso cambio di passo…».
filippo tesio