Santena, 10.000 anni fa cambiò il clima. Puntata 319

SANTENA – 23 luglio 2022 – Tutto è iniziato nell’Olocene, da allora l’agricoltura ha modellato la società e il paesaggio del Chierese, del Pianalto e del Carmagnolese. Il Distretto del Cibo è nato tanto tempo fa:adesso si deve intervenire per sostenere le aziende agricole e l’agroindustria che producono il cibo.

Fonte immagine: Di NASA/Goddard Space Flight Center – NASA – Visible Earth, images combined and scaled down by HighInBC (20 megabyte upload limit)Blue Marble: Land Surface, Shallow Water, and Shaded Topographyhttp://visibleearth.nasa.gov/images/2433/land_shallow_topo_east.tifhttp://visibleearth.nasa.gov/images/2433/land_shallow_topo_west.tif- Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1054651

Dobbiamo tutto all’Olocene. Da allora il Pianalto di Poirino e la Collina Chierese formano l’unico bacino idrografico in sponda destra del Po che non è alimentato da acque provenienti da torrenti e fiumi alpini o appenninici. Dal fatto di dipendere dalle sole precipitazioni derivano i suoi problemi di carenza di acqua alla quale si è sopperito costruendo invasi, peschiere, canali, fossi e tanti pozzi che pescano nelle falde acquifere sotterranee.

Se tirassimo una livella tra Villanova (260 metri s.l.m.) e Santena (237) ci accorgeremmo che il dislivello odierno è di 23 metri. Se però prendiamo la stessa misura sul livello della Banna i metri scendono. Perché l’altitudine del letto del torrente a Villanova sta ben più in basso del piano terra del Municipio. Mentre a Santena il piano terra del Comune –punto da cui si rileva l’altitudine– è di poco sopra il livello della Banna. Dunque, quando circa 10.000 anni fa avvenne l’innalzamento della temperatura, il dislivello tra Santena e Villanova probabilmente non superava i 10-15 metri, secondo un calcolo brutale di noi improvvisati geologi da salotto. Tutto questo complicatissimo ragionamento serve a descrivere sommariamente cosa è successo nel Chierese-Pianalto-Carmagnolese dal giorno dopo in cui il ghiacciaio, che dalle Alpi scendeva fino sulla collina di Moncalieri, si sciolse modificando l’assetto della Provincia di Torino da questa parte e dall’altra.

Quel ghiacciaio era una gigantesca diga che delimitava il paesaggio e l’idrografia. Il cambiamento climatico nell’Olocene causò un evento che ha segnato la vita e la storia del territorio del nascente Distretto del Cibo. Infatti non determinò solo la fine di numerose specie di animali e vegetali. Accadde che la preziosissima acqua del Po cambiò direzione. Fino al giorno prima la massa del ghiacciaio la deviava verso Santena, Poirino, Villanova e Asti. Il giorno dopo tracimò sulle terre di Torino aggirando la collina della Città di Gianduia. Quei pochi metri di dislivello tra Villanova e Santena fecero la differenza. Diedero vita a quello che noi conosciamo come la Banna che scorre da Est a Ovest, mentre il Paleo Po scorreva da Ovest a Est. 

Il surriscaldamento dell’atmosfera cambiò l’ambiente in modo significativo. Nel nascente Bacino della Banna si verificava una perdita di acqua superficiale considerevole ma, in contropartita, nuove terre fino ad allora acquitrinose emersero, pronte per essere colonizzate da piante e animali. Tra gli animali assunse l’egemonia l’Homo Sapiens dedito all’agricoltura e all’allevamento del bestiame. Attività in continua espansione, sospinte dell’aumento della popolazione che già allora esprimeva una crescente domanda di cibo accessibile e nutriente. Un Homo che, scegliendo la svolta produttivistica al posto della caccia e della raccolta, man mano affermava la propria supremazia sulla natura circostante avviando il processo di civilizzazione che conosciamo. Un processo che oggi fa i conti con un impressionante aumento della popolazione terrestre. Popolazione che ha crescenti livelli di consumo alimentari ed energetici.  

Il Pianalto di Poirino – caratterizzato da terre argillose alternate da strisce di finissime sabbie racchiuse tra la Collina Chierese, il Monferrato, il Roero e il Po – lentamente prendeva forma, modellato dalle acque della Banna e dei suoi affluenti. Da una tragedia naturale, dovuta al cambiamento climatico, nasceva il nucleo centrale del Distretto del Cibo Chierese-Carmagnolese in cui l’Homo Sapiens odierno alleva animali per produrre carni, uova, miele, latte, latticini e concime organico da feci e urine. E coltiva ortaggi, cereali, legumi, erbe, alberi, frutta nonché i vigneti del Chierese, del Monferrato e del Roero.

Un territorio di cui le diverse parti conoscono ancora poco delle altre. Un mancanzanza che porta a sottovalutare le potenzialità contenute nelle relazioni con i territori confinanti. Adesso a 10.000 anni di distanza, in tempi di nuovo cambiamento climatico, si tratta di capire come e cosa si farà per sostenere le aziende agricole e l’agroalimentare del Distretto del Cibo.

Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 23 luglio 2022.