SANTENA – 1° ottobre 2022 – Avere uno strumento per affrontare i passaggi generazionali, la gestione esclusivamente familiare, la ricerca di forme di cooperazione. Il Chierese-Pianalto-Carmagnolese ha bisogno di farsi identificare e di definire con un approccio agronomico il Piano e le Azioni del Distretto.
Questa è la zona dalle molteplici identità. Dove Cavour e i suoi contemporanei hanno praticato quel riformismo illustrato da Camillo nel primo numero de “Il Risorgimento” pubblicato il 15 dicembre 1847 (vedi Puntata 324 di rossosantena del 24/09/2022). Un vero e proprio manifesto uscito più di due mesi prima del “Manifesto del Partito Comunista” di Marx e Engels, che è del 21 febbraio 1848. Un riformismo risorgente dai cambiamenti in corso nell’agricoltura, nell’industria, nelle infrastrutture ferroviarie e a livello istituzionale, che trasformavano gli assetti sociali precedenti.
Questo è un territorio in cui nell’Ottocento è nata l’agricoltura moderna. Che oggi sta cercando una nuova collocazione nel contesto metropolitano, regionale e italiano sotto la pressione dei cambiamenti imposti dalla nuova globalizzazione, dalla pandemia, dalla crisi energetica, dal mutamento climatico e dalla guerra tra Russia e Ucraina. Compresso com’è tra il Torinese e Langhe-Roero e Monferrato, il Chierese-Pianalto-Carmagnolese non è facilmente identificabile nella geografia sociale del Nord-Ovest della Penisola e del Sud-Est del Piemonte. Eppure da due millenni con le sue infrastrutture ha un ruolo strategico nella logistica di collegamento e di integrazione di livello continentale e mediterraneo. Forte di 2.200 aziende agricole e di centinaia dell’agroindustriale la zona ha oggi più che mai bisogno di rapportarsi con le aree circostanti puntando sulle proprie identità, sulla produzione di cibi di qualità e sulla consapevolezza di dare, come sempre avvenuto nel passato, un buon contributo allo sviluppo della società piemontese e metropolitana. In sostanza ha bisogno di farsi identificare per le sue specialità, l’originalità, il paesaggio da chi è potenzialmente interessato a scoprire un’interessante, bella, produttiva e innovativa realtà.
Non è dunque un caso che sia sorta dal basso l’idea di dotarsi del Distretto del Cibo ai sensi della Legge 205/2017, art. 1, comma 499. Legge che recita “… Al fine di promuovere lo sviluppo territoriale, la coesione e l’inclusione sociale, favorire l’integrazione di attività caratterizzate da prossimità territoriale, garantire la sicurezza alimentare, diminuire l’impatto ambientale delle produzioni, ridurre lo spreco alimentare e salvaguardare il territorio e il paesaggio rurale attraverso le attività agricole e agroalimentari, sono istituiti i Distretti del cibo.…”.
Concepito nel 2018, il Distretto risponde a un’esigenza precisa. Trovare la strada giusta per garantire la sopravvivenza delle aziende di piccole dimensioni tipiche del territorio. La conseguente scesa in campo dei Comuni conferma l’importanza della cooperazione tra aziende e istituzioni che si spera abbia ricadute positive sul sistema sociale, territoriale, idraulico e finanziario. Sulla rete della commercializzazione, della logistica e della grande distribuzione. Sull’università, l’istruzione, la ricerca, l’informatizzazione e la formazione. Le aziende agricole oggi si misurano con nuove sfide. Per affrontarle devono fare i conti con economie di scala e di rete in cui i limiti delle piccole dimensioni si possono risolvere con accorpamenti dei terreni e con adeguate forme associative. Il valore della cooperazione tra aziende è infatti decisivo per sostenere –con l’ausilio della PAC e del Complemento Strategico Regionale – l’innovazione tecnologica, organizzativa, gestionale, i costi di produzione, gli investimenti per fronteggiare il cambiamento climatico, l’impiego di manodopera, l’immissione di giovani imprenditori e imprenditrici, l’accrescimento della sostenibilità, della produttività e della forza competitiva sul mercato.vA tale riguardo il contributo regionale di 15mila euro per i Distretti tornerà utile per aggiornare con un approccio agronomico il Piano di Distretto e per definire le Azioni da intraprendere.
Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 1° ottobre 2022