SANTENA – 22 gennaio 2023 – 1848: preoccupa l’indifferenza generale verso un anniversario fondamentale per le nostre famiglie, il Piemonte, l’Italia e l’Europa. Basilare fu il ruolo dei Cattolici riformisti. 5 e non 4 sono i grandi Italiani: Rosmini, Garibaldi, Mazzini, Vittorio Emanuele e Camillo Cavour.
Lo Statuto Albertino –concesso durante un periodo rivoluzionario– sancì l’affermazione dei doveri e dei diritti dei ceti sociali emergenti. Le leggi, le istituzioni, le rappresentanze dei nuovi interessi fecero sì che la situazione non fosse più come prima. Di lì a poco furono messi in discussione i benefici riservati alle classi avvantaggiate ma improduttive. Finalmente si creavano le condizioni per mettere in discussione i privilegi di cui avevano goduto per secoli il clero, i militari e la nobiltà. Libertà significava tutelare il diritto alla proprietà e il diritto per tutte le persone di essere considerati uguali. Lo Statuto Albertino segnava la fine di un sistema basato sull’ingiustizia e sulla sudditanza del popolo nei confronti del blocco sociale improduttivo e parassitario che deteneva il potere. Del resto gli Illuministi, con in testa Cesare Beccaria e Adam Smith, avevano ormai chiarito che la ricchezza delle nazioni dipendeva dalla produttività scaturente dalla combinazione tra lavoro e imprenditoria. Con la Costituzione i nostri antenati passarono dalla condizione di servi a cittadini.
Nel 1848 la globalizzazione cambiava gli assetti sociali e internazionali. Tra Torino e Genova si costruiva una linea ferroviaria innovativa che collegava la Pianura Padana al Mediterraneo, all’Africa, al Medio Oriente e al Nord Europa. A Chicago nascevano le moderne commodities agricole. Veniva istituito il CBOT (Chicago Board of Trade), il primo mercato al mondo di scambio di cereali tra agricoltori e mercanti. Nello stesso tempo gli Stati Uniti ottenevano la concessione per tre anni del porto di La Spezia. Intanto,a Lugano si pubblicava anonimamente il libro “Delle cinque piaghe della Santa Chiesa. Trattato dedicato al Clero Cattolico dell’Abate Antonio Rosmini, amico di Camillo Cavour e collaboratore de “Il Risorgimento”. Il Regno di Sardegna il 3 agosto inviò Rosmini a Roma per mediare col Papa la nascita della Confederazione Italiana. Dapprima scoppiò la simpatia. In segno di riconoscimento il 15 agosto il Papa preannunciò a Rosmini il cappello cardinalizio e pare la nomina a Segretario di Stato. Ma la situazione era ambigua. Non poteva durare. Il Papa che si definirà “infallibile” sbagliò. Il capo della Chiesa universale non poteva presiedere uno stato nazionale. Era un controsenso.
A novembre 1848 la situazione a Roma precipitò. Il 15 del mese Pellegrino Rossi, Primo Ministro dello Stato Pontificio, fu assassinato per strada a Roma. Entrò in scena il cardinale Giacomo Antonelli, futuro Segretario di Stato, schierato con la reazione e con l’Austria. Pio IX si tirò indietro, seguito da tutti gli altri Staterelli. Di lì a poco tutti abolirono le Costituzioni appena concesse, tranne il fenomenale Regno di Sardegna. Il 26 novembre 1848 Rosmini seguì il Papa in fuga a Gaeta. Ma ormai le distanze tra l’Abate e il Papa, anzi tra la politica del Regno di Sardegna e dello Stato Pontificio, crescevano. A gennaio del 1849 Rosmini si trasferì a Napoli. A giugno tornò a Gaeta ma gli fu ingiunto di lasciare la città. Non gli riuscì di salutare il Papa. La sua azione era fallita non per colpa sua. La Chiesa reagì furiosamente. Il 15 agosto, Rosmini ricevette la notizia della condanna all’indice delle “Cinque piaghe”. Il libro sarà riabilitato solo un secolo dopo con il Concilio Vaticano II di cui è un testo basilare. L’Abate invece dovrà aspettare la dichiarazione di beato fino al 2007. La sua figura merita di essere affiancata ai 4 grandi del Risorgimento perché è il rappresentante di una componente essenziale della rivoluzione risorgimentale: i Cattolici riformisti, fratelli maggiori degli Illuministi. Cristiani ispirati da Sant’ Alfonso Liguori e da San Francesco di Sales, antenato di Filippina la nonna di Camillo Cavour. La conferma del suo ruolo viene da una persona autorevole. Nel 1850 dando alle stampe il suo “Dialogo dell’invenzione” Alessandro Manzoni si dichiarò filosoficamente alunno di Antonio Rosmini.
Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 22 gennaio 2023.