SANTENA – 9 marzo 2010 – La discussione sulla mozione di sfiducia contro il presidente del consiglio comunale è iniziata con lo stesso Santino Cascella che, dopo avere letto il documento, è intervenuto parlando a braccio. Di seguito il testo della mozione e l’arringa di Cascella.
Santino Cascella, presidente del consiglio comunale, ha letto il documento che vedeva la firma del sindaco e di altri dieci consiglieri. Di seguito, il testo della mozione.
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Oggetto: revoca del presidente del consiglio comunale
Premesso che:
– il Testo Unico sull’ordinamento degli enti locali, decreto legislativo 18 agosto 2009, numero 267, all’articolo 39, comma 1, concede la facoltà ai Comuni sino a 15.000 abitanti di prevedere nello Statuto la figura del presidente del consiglio comunale;
– il Comune di Santena ha introdotto nel proprio Statuto, all’articolo 18, tale figura rinviando al regolamento del consiglio comunale per quanto riguarda le modalità di elezione e l’individuazione delle funzioni del presidente;
– il regolamento del consiglio comunale in vigore, all’articolo 26, disciplina le funzioni del presidente e, in particolare, all’articolo 1, lettera a, così recita: «Il presidente rappresenta e presiede il consiglio comunale ed esercita le sue attribuzioni con imparzialità ed equità».
– con deliberazione consigliare numero 37, in data 15 giugno 2007, è stato eletto quale presidente del consiglio comunale il consigliere signor Santino Cascella;
Rilevato:
– che il signor Cascella, attraverso una serie di condotte politiche, negli ultimi tempi, ha assunto un atteggiamento che si ritiene incompatibile con il ruolo istituzionale super partes attribuito al presidente del consiglio;
– che tali condotte sono state realizzate sia all’interno che all’esterno del consiglio comunale – dichiarazioni e comportamenti, in consiglio comunale e sulla stampa, contro il sindaco e l’amministrazione, tra cui diversi manifesti del gruppo consigliare Progetto Santena, di cui fa parte il signor Cascella, con la scritta “Il sindaco non vuole cambiare. Cambiamo il sindaco”;
– che il 23 novembre 2009, in apertura della seduta consigliare, anziché pretendere il rispetto di quanto deciso a maggioranza dalla conferenza dei capigruppo circa la disposizione dei consiglieri nell’aula, eventualmente chiedendo l’intervento della forza pubblica, ha lasciato che permanesse una situazione di caos, provocando di fatto l’abbandono dell’aula per protesta del sindaco e della maggioranza e quindi il venire meno del numero legale e la conseguente proclamazione di seduta deserta;
– che ha chiuso imperativamente e arbitrariamente il consiglio comunale del 26 novembre 2009 pur essendo stata richiesta una votazione per la prosecuzione della seduta;
– che lo stesso si avvale della carica per assecondare e comunque condividere un ruolo di opposizione da cui dovrebbe astenersi – come emerge da numerosi articoli di stampa, pubblicazioni sul blog rossosantena e manifesti promossi dal gruppo Progetto Santena, di cui fa parte.
Si propone:
– l’approvazione della mozione di sfiducia nei confronti del presidente del consiglio comunale signor Santino Cascella per le motivazioni di cui in narrativa con la conseguente immediata cessazione dello stesso dalla carica.
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Dopo avere letto il testo della mozione, Santino Cascella è intervenuto a braccio: «Bene, io vorrei soltanto aggiungere qualche diciamo, qualche indicazione. E, intanto, diciamo questo: qui si confonde il ruolo istituzionale da quello che è il ruolo politico. Il presidente credo che abbia sempre assicurato il funzionamento del consiglio comunale. Credo di aver sempre dato tutte le garanzie in consiglio affinché si potesse svolge nel migliore dei modi e in tranquillità, nel rispetto del regolamento e delle leggi vigenti. E su questo aspetto ritengo che non ci sia ombra di dubbio».
Cascella ha aggiunto: «Ma il presidente del consiglio è anche un politico e quindi ha delle sue idee. E, in politica, è giusto che queste si discutano e che – come dire – si possano contrastare. Diciamo che il presidente del consiglio politicamente ha assunto un atteggiamento critico nei confronti di questa maggioranza. E per fortuna dico, perché questa è una garanzia di democrazia. Dico per fortuna, perchè indubbiamente il presidente è stato critico in molte cose che si sono volute fare. Certamente su quella deliberazione che il sindaco voleva farsi pagare i contributi dall’amministrazione per un posto di lavoro, con un costo esagerato. Tra l’altro l’amministrazione comunale ha speso circa 20mila euro. E il presidente del consiglio non poteva condividere una posizione del genere. E’ chiaro che è stato contrario. In democrazia ci sta. Mi sono sbagliato? Pazienda pago. Se mi sono sbagliato io pago. Io ho ritenuto di fare il bene, mio e l’interesse di tutta la cittadinanza di Santena».
Il presidente del consiglio comunale ha proseguito: «E’ chiaro che non ho condiviso alcune cose che non sono state trasparenti, chiare. Cioè ad esempio la vendita dei terreni della Masseria. Non mi ha convinto quella cosa lì. Perché devo condividere, soltanto perché faccio parte di questa maggioranza. Io sono stato eletto nelle liste di questa maggioranza e del Pdl e quindi non rinnego le mie origini; tanto è vero che ancora oggi io, naturalmente, sostengo il Pdl, perché io faccio parte del Pdl. Quindi ho assunto un atteggiamento contrario, per quanto riguarda questo tipo di iniziativa. Io non ho la certezza, però naturalmente si dice che vicino la società che ha acquistato questi terreni c’è anche un interessamento da parte della moglie del sindaco. Bon. Nel dubbio preferisco prendere le distanze. Tutto lì».
«Anche la vicenda outlet non l’ho condivisa – ha detto Cascella –. C’è qualcosa di male? Per avere la fiducia del sindaco bisogna condividere tutto ciò che lui vuole fare? Non mi sta bene. Per fortuna il Padre eterno mi ha dotato di una testa e del cervello e cerco di usarlo. Non mi sta bene. Io non sono contrario naturalmente alla realizzazione del programma presentato dal centrodestra. Ci mancherebbe, un programma che può portare benefici alla popolazione, può portare denaro. Dunque non mi trova assolutamente contrario. Ciò che mi trova contrario invece è la modalità. Cioè, io non ho capito come sono state portate avanti certe trattative. C’è stato un cointeressamento di un genitore, di un familiare di un assessore, il quale, naturalmente, ha portato avanti delle trattative, autonomamente, per la vendita di questi terreni, con un compenso che – naturalmente tutti i giornali hanno menzionato, eccetera. Io non so se è vero o meno questa faccenda del compenso, ma nel dubbio, naturalmente ho preso una posizione contraria. Quindi, evidentemente non potevo fare diversamente. Ho rischiato, probabilmente questa sera ci sarà una mozione di sfiducia, probabilmente sarà votata, ma non ha alcuna importanza. Non ha assolutamente alcuna importanza perché io vado avanti per la mia strada. Io non sono nato per fare il presidente del consiglio comunale tutta la vita. Faccio il presidente del consiglio pro tempore, per cui sono sempre disposto a lasciare nel momento in cui non va più bene».
Dopo questo intervento a braccio, Santino Cascella ha preso tre fogli da una cartellina e ha detto: «Tra l’altro io ho fatto un esposto che vado a leggervi perché, diciamo, rappresenta una sintesi di tutto quanto è capitato per cui vi leggo anche questo esposto».
«Da anni mi occupo attivamente di politica – ha cominciato a leggere Cascella – e attualmente faccio parte della formazione politica “Progetto Santena”, ispirata al Pdl. Rivesto altresì la qualifica di presidente del consiglio comunale di Santena e proprio in tale mia veste ho avuto modo di partecipare, in data 23 novembre 2009, alla Conferenza dei capi gruppo consiliari, organo deputato a istruire i lavori del Consiglio comunale che, all’unanimità, stabilì – tra l’altro – di convocare, con procedura d’urgenza, un nuovo Consiglio comunale per il giorno 26 novembre 2009, precisando, altresì, che la seduta avrebbe dovuto iniziare alle ore 19 e si sarebbe dovuta chiudere entro le ore 24 e che, qualora i lavori non fossero ancora ultimati, gli stessi sarebbero dovuti proseguire il giorno successivo, 27 novembre, con inizio alle ore 17. C’è un verbale che, naturalmente, prova quanto detto».
Sempre leggendo, Cascella ha proseguito: «E, in effetti, il 26 novembre 2009, poiché il consiglio comunale si era protratto sino alle ore 0,40 circa, nella mia qualità di presidente del consiglio – in ottemperanza a quanto concordato da tutti i gruppi consiliari – decisi di sospendere il consiglio medesimo, rinviando la discussione degli argomenti rimasti, al giorno successivo, così come, peraltro, indicato anche nell’avviso di convocazione. Era tutto scritto. C’erano degli accordi. Sottoscritti e firmati. Poiché il sindaco – in spregio agli accordi presi all’unanimità nella conferenza dei capi gruppo consiliari del 23 novembre 2009 – voleva proseguire la seduta a oltranza, tentando, altresì, di sostituire il sottoscritto con il vice-presidente, fui costretto a oppormi con fermezza a tale tentativo. Vista la gravità dell’episodio – peraltro, solo l’ultimo di una lunga serie – il giorno successivo, 27 novembre 2009, in tarda mattinata, mi recai, in Comune, al fine di predisporre un esposto sull’accaduto, da inviare al Prefetto di Torino».
«Mentre ero intento a preparare tale documento – ha continuato a leggere Cascella – , la porta dell’ufficio in cui mi trovavo unitamente al consigliere Tamagnone, si spalancava ed entrava il sindaco che, urlando, diceva che “non avevo diritto di stare lì e non potevo impegnare una segretaria – la signora Migliore Maria Lucia – per fare questo tipo di lavoro”, tentando, nel contempo, di cacciarmi fuori dall’ufficio, con atteggiamento palesemente aggressivo. Sorpreso dal comportamento, ingiustificato e incomprensibile, del sindaco, lo invitai a calmarsi, facendogli in ogni caso presente che non stavo facendo altro che esercitare un mio diritto. Preciso, al proposito che l’articolo 28 del regolamento del consiglio comunale prevede espressamente – al fine di dare piena attuazione all’autonomia funzionale e organizzativa del consiglio comunale – che il sindaco provveda a individuare, all’interno della struttura comunale, un ufficio quale punto di riferimento per i consiglieri, con funzione di supporto alla presidenza del consiglio. Questo è il regolamento. Invero non è mai stata data attuazione, da parte del sindaco, al dettato dell’articolo 28 del regolamento. Non appena ho pronunciato tali frasi, il sindaco si è avventato su di me, colpendomi con una violenta testata, procurandomi una lieve ferita al sopracciglio destro con i suoi occhiali. Mentre tentavo di allontanarlo, intervenne subito il consigliere Tamagnone e poi l’agente di polizia municipale Cimino, che provvidero ad allontanare il Nicotra da me. Subito dopo il sindaco si è seduto su una sedia ed ha cominciato a dire che l’avevamo picchiato. Sono, successivamente, arrivati anche i carabinieri, che hanno raccolto le dichiarazioni dei presenti ai fatti ed io ho poi provveduto ad ultimare l’esposto al Prefetto. A ciò devo solo aggiungere che, successivamente ai fatti sovraesposti, poiché continuavo a lamentare una forte dolorabilità alla testa, mi recai preso il pronto soccorso dell’ospedale di Chieri, ove mi vennero riscontrati “traumatismi intracranici di altra e non specificata natura, senza menz, distorsione e distrazione del collo”, con prognosi di dieci giorni – salvo complicazione e prescrizione di collare cervicale per 10 giorni».
Posati i tre foglietti, Santino Cascella, ha ancora proseguito: «Allora io ritengo che questa sia la realtà, anche se il signor sindaco dice che questa è bassezza. Io ribadisco che questa è realtà. Io ho naturalmente presentato un esposto. Purtroppo in Italia abbiamo una burocrazia tale che, finora, non mi è ancora stato consentito di esporre le mie ragioni. Sempre su questi fatti è stata presentata una richiesta di audizione da parte delle opposizioni al Prefetto. Successivamente a questi fatti alcuni consilieri comunali hanno anche presentato, contro il sindaco, una denuncia di tentata truffa nei confronti dell’amministrazione comunale da parte del gruppo Progetto Santena. Prima ancora era stato presentato un esposto da parte dei consiglieri Ansaldi e Galizio. E quindi, diciamo che ce n’è abbastanza e non solo da parte mia ma in maniera diffusa. E’ chiaro che, nel momento in cui, la Magistratura si sveglierà e ci chiamerà in audizione, io pretenderò che proprio la Magistratura non vagli solo il mio esposto, ma vada a prendere tutte le denunce presentate e li vagli in contemporanea».
Santino Cascella ha ancora detto: «Io non ho nessun problema; tutto ciò che rischio è di perdere la mia posizione di presidente del consiglio comunale, ma non è un problema. Io ho molte cose da fare nella vita. E onestamente credo di averlo dimostrato in ogni occasione e in tutte le salse. Non è quindi un problema che mi tocca. Naturalmente io sono un amministratore comunale; sono un consigliere comunale. Io non ho mai fatto gli interessi personali, e questo lo possono dire tutti. Mai ho fatto gli interessi personali. Io mi sono dedicato alla comunità, ho cercato di capire i problemi del paese. Ho cercato di impegnarmi per risolvere qualcosa; naturalmente questa volta, in questa amministrazione, non mi è stato assolutamente possibile fare ciò. Quindi questo è quanto. Poi adesso, naturalmente, noi andiamo a votare questa mozione. Nel rispetto della privacy ognuno dei consiglieri andrà a votare nella postazione e imbucherà il fogliettino. E dopo di che domani è un altro giorno. Non c’è problema. E’ vero signor sindaco? Io ho terminato. Grazie».
Sin qui l’intervento del presidente Santino Cascella. Il dibattito è proseguito con un breve intervento del sindaco Benny Nicotra: «Volevo soltanto… tanto tutto quello che lei ha detto non mi interessa, vista la voce da cui vengono dette certe bassezze, che restano tali. Io chiedo gentilmente che venga emendato l’errore che c’è sulla mozione. Bisogna cambiare l’oggetto del documento presentato è “Mozione di sfiducia” e non come invece riportato “Revoca del presidente del consiglio”. Perché non vorrei che poi ci fossero dei vizi di forma».
I lavori del consiglio sono proseguiti con l’intervento di Francesco Migliore, capogruppo del Pdl, di Edoardo Tamagnone, capogruppo di Progetto Santena, di Roberto Ansaldi, capogruppo dell’Udc e della consigliere dell’unione centrosinistra Cetty Siciliano. Un dibattito che è durato poco meno di un’ora. Rossosantena ne riferirà in seguito.
In chiusura si ricorda che alle 0,14 di martedì 9 marzo, i consiglieri hanno votato la mozione. In aula erano presenti 19 consiglieri su 21; assenti Bruno Ferragatta dell’Unione centrosinistra, impegnato in gita scolastica e Gianni Tosco, che ha lasciato l’aula alle 22,03, ufficialmente per andare a cena. A onore del vero va anche detto che Tosco non aveva firmato la mozione contro Cascella. Dunque in aula c’erano gli undici firmatari della mozione e otto consiglieri di opposizione. In pochi minuti i consiglieri hanno votato; uno alla volta si sono recati sul piano della postazione in legno, normalmente utilizzata dal sindaco e dagli oratori in occasione delle manifestazioni pubbliche. Va segnalato un fatto curioso: il consigliere Beppe Maggio, nel tentativo di proteggere la privacy dei consiglieri che votavano, utilizzava la bandiera tricolore per impedire agli altri consiglieri e al pubblico in aula di cogliere l’attimo del voto. Un uso della bandiera niente affatto consono al tricolore.
Dopo il voto si è passati allo spoglio con tanto di sorpresa: le undici firme della mozione nell’urna si sono ridotte in 8 voti appena. Tre consiglieri che il sindaco aveva annoverato tra le sue truppe in occasione di questa battaglia ingaggiata contro Santino Cascella l’hanno tradito. Grazie ai tre franchi tiratori la mozione ha raccolto 8 voti, mentre i consiglieri che l’hanno bocciata sono stati undici.
L’esito del voto, scandito alle 0,17 di martedì mattina dal segretario comunale Calogero Pirriatore, ancorava Santino Cascella al suo posto di presidente del consiglio. Il sindaco è rimasto di stucco; per qualche secondo l’unica cosa che è riuscito a muovere era solamente il pollice della mano sinistra, che correva nervosamente sulla tastiera del cellulare. Mentre molti esponenti delle opposizioni hanno accolto il verdetto a schiena dritta e con mimica facciale sorridente, gli atteggiamenti posturali del sindaco e di gran parte della maggioranza erano tutt’altro che contenti.
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