SANTENA – 13 marzo 2010 – “Lavoro fisco, cittadinanza. Cambiare si può”: questo lo slogan dello sciopero generale, indetto dalla Cgil per venerdì 12 marzo scorso. Lavoro, fisco e immigrazione: questi i tre grandi temi al centro della mobilitazione che prevedeva l’astensione dal lavoro per quattro ore con manifestazioni in tutte le piazze d’Italia; un presidio è stato organizzato anche a Santena.
In città l’appuntamento era la piazza Cosma e Damiano. Il primo che è arrivato è stato il signor Del Mastro con il suo camper, giunto lì dopo le otto. Ha parcheggiato al centro della piazza. Ha spalancato le porte e messo la musica, quella di Celentano. Una manciata di minuti dopo arrivano le camionette dei carabinieri inviati a vigilare sulla manifestazione. Dalle 8,30 arrivano i primi manifestanti e, piano piano la piazza si popola di bandiere rosse: quelle della Fillea Cgil – federazione lavoratori delle costruzioni, edilizia, legno, cemento, laterizi e manifatturieri, lapidei. Sempre rosse sono anche le bandiere dello Spi – il sindacato pensionati italiani. Ancora rosse sono le bandiere, alla prima uscita, della Filctem Cgil. Si tratta della federazione italiana lavoratori chimici tessili energia manifatture. A seguito del congresso provinciale dell’inizio di marzo sono state unificate le categorie dei chimici, l’energia e i tessili; è così nata la Filctem. Naturalmente sono rosse anche le bandiere della Cgil Funzione pubblica.
Arrivano anche due candidati alle elezioni regionali, Gianni Oliva, Pd, assessore alla Cultura e Andrea Stara, Insieme per Bresso, presidente dal 2006 della Circoscrizione 2, quartieri Santa Rita e Mirafiori Nord. Altri simboli di partito non se ne vedono, solo una signora, per tutta la manifestazione, tiene issata la bandiera della lista Di Pietro, Italia dei valori.
Verso le nove la piazza è meno vuota. I carabinieri hanno posteggiato in un angolo della piazza i loro mezzi. Inizia la distribuzione dei cappellini, delle bandiere e dei fischietti. La piazza continua a riempirsi. Per molti è l’occasione di salutarsi. Arrivano da molti comuni vicini, Villastellone, Cambiano, Trofarello, Moncalieri, Carmagnola, Poirino, Chieri e da tutti gli altri comuni della zona. Oltre ai saluti c’è tempo anche per un caffè: il vicino bar dell’Eden Park ha il suo da fare per servire caffè, brioche e cappuccini. Alle 9,30 la piazza è una botta di rosso. La gente continua ad arrivare. Alcuni striscioni di fabbrica sono distesi per terra in attesa di partire. I pensionati lo striscione non lo appoggiano, per tutto il tempo dell’attesa lo reggono, a turno.
Le dieci sono passate da qualche minuto quando si parte. In testa un primo striscione dei lavoratori dell’Ages. E’ rosso con le scritte bianche: Lavoratori Rsu Ages Santena, gomma metallo. In piccolo, sulla sinistra c’è la sigla Filcem Cgl. Uno striscione retto da sei lavoratori, uno di essi ha un cartello che abbasserà solo poco prima di mezzogiorno, a manifestazione finita. Il cartello recita: Ages, siamo sfiniti ma non finiti. Altri lavoratori dell’Ages hanno un cartello con sù scritto: “Fiat guardaci che noi ti guardiamo”, “Ci riprovano. Giù le mani, non si tocca l’articolo 18”, “No assistenzialismo, sì al lavoro”, “Resistere, resistere, resistere. Lottare, lottare, lottare. Ages”, “Con la Cgil a difesa del lavoro, dei diritti e della libertà. I lavoratori Ages”.
Un secondo striscione retto dai lavoratori dell’Ages è di colore bianco, con scritte nere e recita: «Ages. 500 posti di lavoro a rischio. Fiat, vogliamo lavorare. L’Ages non deve morire”. Altri cartelli riportano “I lavoratori Ages chiedono il diritto di lavorare. Ora”.
Il terzo striscione è retto dai lavoratori della Laria. E’ rosso con le scritte bianche: «Rsu. Lavoratori della Laria”. Lo reggono in sei, molti di loro hanno una mano a reggere lo striscione mentre con l’altra reggono l’asta della bandiera della Fillea Cgil. Quasi tutti hanno un’asta lunga meno di due metri, qualcuno quasi il doppio.
Lo striscione più grosso è quello della Fillea Cgil Torino. E’ rosso. In bianco c’è la scritta “Fillea Cgil Torino”, in giallo riporta “Federazione lavoratori delle costruzioni”. Ancora in bianco, più piccolo “Edilizia, legno, cemento, laterizi e manufatti, lapidei”. Lo striscione è retto da una decina di persone. Pochi metri davanti cammina Dario Boni, segretario generale della Fillea Cgil di Torino. Alla partenza accanto a Boni c’è Mimmo Lacava. Segretario generale della Camera del lavoro di Moncalieri; con la destra regge un megafono, con la sinistra un po’ di bandiere.
Dietro c’è lo striscione della Rsu del gruppo Askoll, ex Plaset, di Moncalieri. E’ rosso, con scritte bianche. Le bandiere che reggono sono quella della Cgil Torino.
A seguire uno striscione bianco, retto da tutte donne, con bandiere della Funzione pubblica. La scritta, in rosso è questa: «Brunetta: crescita zero”. Molte di loro hanno tazebao: “Sanità pubblica più efficiente, ma solo per la salute del presidente”, “Io rispetto l’ambiente. E’ da tempo che solo al verde”, “Vorrei un decreto interpretativo perché le tasse le pago solo io?”.C’è un uomo che sulle spalle ha un cartello “Diritto di cittadinanza per tutti, nessuno è illegale”.
Il primo striscione dei pensionati è quello della Lega di Chieri. Dietro questo striscione c’è una bandiera del Che: è quella di Michele Di Benedetto, la porta a tutte le manifestazioni. Il secondo striscione dei pensionati è quello della Lega di Carmagnola. Va segnalato che questi per sostenere lo striscione non usano le mani; hanno un filo che si sono legati al collo. E infatti con le mani reggono copie dell’Unità.
Il corteo imbocca via Sambuy, percorre via Amateis e poi arriva in via Torino. Da qui il sole è di fronte, anche le fotografie riescono meglio. Il corteo prosegue la sua corsa tranquilla. Partono anche alcuni slogan: il più gettonato è quello sull’articolo 18: «L’articolo 18 non si tocca, lo difenderemo con la lotta». I manifestanti si rivolgono anche a coloro che sono lunga la strada o sui balconi: “Non restate a guardare, scendete con noi in strada a protestare”. Il corteo arriva in via Cavour ed entra in piazza Martiri della Libertà. I manifestanti compiono un giro della piazza e poi la corsa finisce davanti alla fontana, dove gli uomini della Cgil hanno montato un gazebo bianco e preparato un impianto audio.
Il corteo conclude la sua corsa. Le forze dell’ordine seguono a distanza l’evolversi della manifestazione. In piazza i carabinieri si dispongono davanti al municipio. La manifestazione termina la sua corsa e i lavoratori si dispongono davanti a quello che era il vecchio capolinea del 45. Tutti gli striscioni vengono posizionati davanti al gazebo e la manifestazione arriva al momento finale, con gli interventi. In piazza, accanto al gazebo è steso un altro striscione, quello della Pinifarina, studi e ricerche, di Cambiano.
Tocca a Carlo Cerutti segretario dello Spi Cgil Moncalieri presentare coloro che prendono la parola. Nell’ordine parlano: Gianni Bolognini, Rsu Askoll; Marco Ruscone, Rsu Laria; Gerardo di Martino, Rsu Ages; Vincenzo Ferrara, segretario Spi Chieri; Cristian Lanza, Rsu Teksid Carmagnola; Dario Boni, segretario generale Fillea Cgil Torino. Chiude gli interventi Mimmo Lacava, segretario generale Camera del lavoro di Moncalieri. Gli interventi di tutti saranno riportati sul blog, nei prossimi giorni.
Pochi minuti prima di mezzogiorno il presidio organizzato dalla Cgil a Santena termina. Il 12 marzo la Cgil in Torino ha organizzato altri presidi: davanti l’Agenzia delle entrate, in corso Bolzano 30; davanti l’ospedale Maria Vittoria, in corso Tassoni 46; in piazza Carlo Alberto, lato biblioteca nazionale; davanti alla Questura di Torino, in corso Verona 4; in piazza San Carlo, lato Intesa San Paolo, in zona ospedali, in corso Spezia, angolo via Genova. In provincia, oltre a Santena, la Cgil ha organizzato presidi a None, Ivrea, Cuorgnè; Caluso, Avigliana, Beinasco, Grugliasco e Settimo.
Venerdì, a Santena, le bandiere rosse poco prima di mezzogiorno hanno lasciato la piazza. Per la cronaca era da un bel po’ che non si vedevano più così tante bandiere rosse, tutte insieme. Nel 1995 gli operai dell’Ages avevano organizzato un corteo contro l’allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Il corteo era partito dai cancelli dello stabilimento per arrivare fino alla piazza del mercato. Un’altra manifestazione era stata organizzata nel 1985: allora in piazza erano scesi i lavoratori di alcune fabbriche della zona, per chiedere il rinnovo del contratto.
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